GLI ALPINI E LA SOLIDARIETÀ CHI SONO GLI ALPINI
E’ il 15 ottobre 1872, fra le pieghe di un decreto rea- le che prevede l’allargamento del numero dei distretti militari, viene indicato che alcuni siano istituiti in zone alpine con in organico una compagnia distrettuale a re- clutamento ed addestramento secondo particolari com- piti di montagna. E’ l’atto ufficiale di nascita del Corpo degli Alpini. Da quel primo decreto sono passati 137 anni di storia nella quale emergono le caratteristiche dell’Alpino: senso del dovere, attaccamento alle tradizioni, orgoglio degli emblemi che lo caratterizzano, spirito di Corpo, solidarietà fra commilitoni e la continuità di questi va- lori anche una volta in congedo. Questa continuità dei valori è la base su cui poggia l’Associazione Nazionale Alpini. Al termine della Grande Guerra, prospettata come completamento dell’Unità d’Italia, i reduci, che hanno vissuto grandi sacrifici, ritengono d’avere diritto non solo ad un clima di pace ma anche di riconoscenza. La realtà è ben diversa, scioperi, lotte di piazza, derisione, disprezzo, ostilità, negazione di quei valori per i qua- li hanno combattuto, fanno nascere spontaneamente la ferma presa di posizione di gran parte dei reduci. Il reclutamento su base valligiana, la spontanea solida- rietà del montanaro, i sentimenti di fratellanza nati e rafforzati nei lunghi mesi vissuti fianco a fianco nella particolarità unica della guerra in montagna, la consa- pevolezza di poter sempre e comunque contare in ogni situazione sul commilitone, contribuiscono a rafforzare i vincoli mantenendoli intatti anche una volta rientrati alla vita civile. In questo clima e con questi sentimen- ti, un buon numero di essi frequentano abitualmente la birreria Spaten Brau di Milano nella certezza di trovare un ambiente di comuni idee e di solidarietà. Fra ricordi, ancora così vivi e presenti, commenti e semplici chiac- chiere, comincia a delinearsi la proposta di costituire un sodalizio fra quanti hanno militato negli alpini. Il 12 giugno 1919 si tiene una prima riunione per concre- tizzare l’idea. Fra le decisioni viene approvato un con- cetto fondamentale: la possibilità d’iscrizione non solo a quanti hanno svolto servizio militare negli alpini dal
10
1872 (anno di nascita del Corpo), ai reduci delle Cam- pagne d’Africa 1887, 1895, 1911-12 e della Grande Guerra appena conclusa, ma in futuro, anche a quanti sarebbero stati chiamati al servizio di leva negli alpini. E’ il concetto della continuità associativa del sodalizio. I promotori convocano l’assemblea costitutiva per la sera di martedì 8 luglio 1919. A questa prima assemblea che si tiene nella sala dell’Associazione Capimastri di Milano partecipano circa una sessantina di reduci alpi- ni che approvano la costituzione ufficiale dell’Associa- zione Nazionale Alpini, il primo Statuto Sociale ed il Consiglio Direttivo. La notizia comincia a diffondersi prima in tutta la Lombardia poi nelle altre Regioni e da ogni parte pervengono numerose richieste di aggre- gazione. Questo fatto, non previsto dai soci fondatori, porta a dover modificare lo Statuto iniziale introducen- do la Sezione, normalmente costituite nei Capoluoghi di Provincia, quale succursale locale della Sede Centra- le. La grande spontanea massiccia adesione e la neces- sità pratica di incrementare la diffusione, si completa con l’introduzione fra le norme statutarie della possi- bilità di aggregarsi in Gruppi, normalmente costituiti nei Comuni, con rappresentanza locale della Sezione. Si completa così la capillarizzazione e la diffusione su tutto il territorio, dalle alpi al mare, punto di forza an- cora oggi dell’Associazione. Fin dalle prime riunioni, i promotori ritenevano fra i doveri associativi quello di ritrovarsi ogni anno per ricordare e onorare i compagni caduti. Ben lontano dal concetto di Adunata Nazionale che verrà più tardi introdotto, questi Convegni erano in- detti in località di montagna già teatro di battaglie degli alpini nel corso della guerra. Il primo Convegno viene organizzato dalla Sede Centrale nei giorni 5-6-7 set- tembre 1920 sull’Ortigara. Dai 400 soci previsti, nei tre giorni giungono oltre duemila reduci alpini provenienti anche da località dove ancora non si erano costituite Sezioni e Gruppi. L’irrefrenabile spirito alpino chiamava. Con l’avvento del nuovo Regime politico teso a mili- tarizzare tutto e tutti, anche l’Associazione come tutte ne è coinvolta, più nelle formalità che nei concetti fon-
Page 1 |
Page 2 |
Page 3 |
Page 4 |
Page 5 |
Page 6 |
Page 7 |
Page 8 |
Page 9 |
Page 10 |
Page 11 |
Page 12 |
Page 13 |
Page 14 |
Page 15 |
Page 16 |
Page 17 |
Page 18 |
Page 19 |
Page 20 |
Page 21 |
Page 22 |
Page 23 |
Page 24 |
Page 25 |
Page 26 |
Page 27 |
Page 28 |
Page 29 |
Page 30 |
Page 31 |
Page 32 |
Page 33 |
Page 34 |
Page 35 |
Page 36 |
Page 37 |
Page 38 |
Page 39 |
Page 40 |
Page 41 |
Page 42 |
Page 43 |
Page 44 |
Page 45 |
Page 46 |
Page 47 |
Page 48 |
Page 49 |
Page 50 |
Page 51 |
Page 52 |
Page 53 |
Page 54 |
Page 55 |
Page 56 |
Page 57 |
Page 58 |
Page 59 |
Page 60 |
Page 61 |
Page 62 |
Page 63 |
Page 64 |
Page 65 |
Page 66 |
Page 67 |
Page 68 |
Page 69 |
Page 70 |
Page 71 |
Page 72 |
Page 73 |
Page 74 |
Page 75 |
Page 76 |
Page 77 |
Page 78 |
Page 79 |
Page 80 |
Page 81 |
Page 82 |
Page 83 |
Page 84 |
Page 85 |
Page 86 |
Page 87 |
Page 88 |
Page 89 |
Page 90 |
Page 91 |
Page 92 |
Page 93 |
Page 94 |
Page 95 |
Page 96 |
Page 97 |
Page 98 |
Page 99 |
Page 100 |
Page 101 |
Page 102 |
Page 103 |
Page 104