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Come sempre Filippo osserva, traduce e comunica: il materiale è molto “tribaleglobale”... La palma è presente in ogni continente..corteccia e spata si prestano poco ad essere usati, così dure fragili e contorti, ma forse proprio per questo emanano fascino e stimolano la creatività. I popoli delle colline Washkuk (Papua N.G.) si limitano a scriverle con forme misteriose, spesso sinteticamente antropomorfe e le pongono sul soffitto dei loro Santuari.


“ La palma evoca immediatamente il simbolo della bellezza e dell’armonia, oltre che della fecondità, dato il gran numero di vivande che offrono le sue varie specie. Gli Egizi associarono la pianta a Hator, dal capo sormontato di corna, la Grande Mucca celeste che creò il mondo e il sole.. Era la patrona dell’amore e la protettrice della musica e della danza. Uno dei suoi nomi era “Ima“, l’Albero sacro, più volte rappresentato nelle scene tombali, in cui si vede la palma da datteri, dalla quale la Dea versa l’Acqua di Vita al defunto. Nel Libro dei Morti si legge: “Sederò in un luogo puro fra le foglie della palma da datteri della dea Hator”, la Grande Madre dai molti nomi. In greco quest’albero venne chiamato “phoinix“, come il leggendario uccello che viveva 1461 anni e moriva bruciandosi nel suo nido per poi rinascere dalle sue ceneri. Quel ciclo corrispondeva al Grande Anno egizio, al termine del quale il cosmo si rigenerava. Il Sole segnava l’inizio e la fine del ciclo, per cui, la fenice era sacra ad Eliopoli, città solare per antonomasia. Il simbolismo della palma, deriverebbe dalle sue foglie, simili a raggi solari. Questo legame col Sole emerge anche grazie ad Omero, che fa nascere Apollo mentre Leto abbraccia una palma. Ecco perché l’albero evoca i simboli della vittoria, della gloria e dell’immortalità. I Romani inoltre, come i Greci, usavano offrire ai vincitori un ramo di palma. Nei Fasti, Ovidio narra che Rea Silvia prima di partorire, vide in sogno Romolo e Remo nelle sembianze di palme. Fin dall’antichità queste piante ispirarono le colonne dei templi che in Egitto erano veri e propri palmizi di pietra, alberi che collegavano simbolicamente il cielo alla terra. Nell’Antico Testamento, i giusti erano paragonati alle palme, tanto che più tardi, gli artisti rinascimentali raffigurarono l’emblema della felicità eterna in una fanciulla che reggeva nella mano sinistra una palma. Rappresenta anche il poeta inteso come vate, interprete delle epifanie divine nel creato. In Sicilia le fronde di quest’albero si usavano per propiziare la pioggia nei periodi di siccità, o per cacciare le streghe che apparivano a mezzogiorno: si dovevano tagliare con forbici di acciaio tre foglie recitando uno scongiuro (Chista parma sientu tagghiari, E la tagghiu ‘n campu e ‘n via, Cu voli mali a la casa mia). Infine un’altra cerimonia magica usata per attrarre la prosperità, cominciava con la benedizione delle palme nell’omonima domenica. Poi la sera del Sabato Santo i contadini accendevano un bastone col fuoco del cero pasquale e si recavano a casa ponendolo nel camino con le palme benedette. La cenere delle palme e del bastone veniva mescolata, all’epoca della seminagione, alle sementi. In alchimia la palma incarna l’androginia: il tronco eretto richiama il fallo, mentre le sinuose foglie e i frutti sono un inno alla femminilità. Vi è la perfetta integrazione degli attributi maschili e femminili, come nella Papessa dei Tarocchi. Nei sogni le palme simboleggiano la capacità di elevarsi al di sopra dei conflitti e delle preoccupazioni, in modo da avere una prospettiva più “illuminata”. Può indicare altresì il riemergere di alcuni lati di se stessi, occultati o dimenticati, utili ad esplorare la propria anima.“ ( fonte cavernacosmica.com)


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